Studiare un integrale improprio parametrico di prima e seconda specie

Prima di postare leggi le regole del Forum. Puoi anche leggere le ultime discussioni.
Questa sezione è un contenitore temporaneo per i topic speciali a pagamento (One-Shot)

Se hai acquistato uno o più Topic speciali, puoi pubblicarli qui cliccando su "Apri un Topic".

Il registro completo dei Topic risolti e in corso è disponibile sul proprio profilo.

Studiare un integrale improprio parametrico di prima e seconda specie #93514

avt
jm333
Punto
Chiedo aiuto per studiare un integrale improprio parametrico che deve essere diviso in un integrale di prima specie e di seconda specie.

∫_(0)^(+∞)(1+x^α)/((1-e^(-x))^α(x^(3)+1))dx
 
 

Studiare un integrale improprio parametrico di prima e seconda specie #93518

avt
Ifrit
Amministratore
L'integrale

∫_(0)^(+∞)(1+x^(α))/((1-e^(-x))^(α)(x^3+1))dx

è a tutti gli effetti un integrale improprio parametrico misto in cui l'integranda

f(x) = (1+x^(α))/((1-e^(-x))^(α)(x^3+1))

è una funzione dipendente dal parametro reale α, definita sull'intervallo illimitato (0,+∞).

Il nostro compito è quello di stabilire per quali valori del parametro reale α l'integrale dato converge, ma prima di buttarci a capofitto con i calcoli è opportuno eseguire un'analisi preliminare sull'integranda:

f(x) è una funzione continua in (0,+∞) perché è composizione di funzioni continue ed è dunque localmente integrabile in ogni intervallo chiuso e limitato contenuto in (0,+∞) in forza del teorema sull'integrabilità di funzioni continue in un intervallo chiuso e limitato (per approfondire - classi di funzioni integrabili).

Osserviamo inoltre che l'estremo di integrazione x_0 = 0 rappresenta un punto singolare per f(x), annulla infatti il fattore (1-e^(-x))^(α) presente al denominatore.

Crea problemi anche all'addendo x^(α) se α < 0 presente al numeratore. Se α < 0, infatti, possiamo scrivere il numeratore come

1+x^(α) = 1+(1)/(x^(-α)) con -α > 0

da cui si evince che x_0 = 0 annulla la potenza x^(-α).

Oltre al punto singolare, come se non bastasse, l'intervallo di integrazione è illimitato e questo complica (di poco a dire il vero) l'analisi.

Nota positiva è il fatto che l'integranda f(x) è positiva nell'intervallo (0,+∞) indipendentemente dal valore che assume il parametro α. Il perché è presto detto:

- il numeratore 1+x^(α) è certamente positivo per x > 0 perché somma di quantità positive;

- il fattore (1-e^(-x))^(α) è positivo perché la base 1-e^(-x) è positiva nell'intervallo (0,+∞);

- il fattore x^3+1 è ancora positivo nell'intervallo di integrazione perché somma di quantità positive.

L'integranda è positiva perché quoziente di quantità positive.

Queste osservazioni preliminari hanno lo scopo di comprendere il tipo di integrale con cui abbiamo a che fare.

Grazie alle proprietà degli integrali possiamo spezzare quello fornito dalla traccia come somma di due integrali ognuno dei quali ha una sola problematica.

Fissiamo un valore x_1∈ (0,+∞), possiamo per esempio prendere x_1 = 1 (ma vanno bene tutti i valori maggiori di 0) e scriviamo l'integrale di partenza come:

 ∫_(0)^(+∞)(1+x^(α))/((1-e^(-x))^(α)(x^3+1))dx = ∫_(0)^(1)(1+x^(α))/((1-e^(-x))^(α)(x^3+1))dx+∫_(1)^(+∞)(1+x^(α))/((1-e^(-x))^(α)(x^3+1))dx

I due integrali al secondo membro sono ancora impropri, ma non sono più "misti", in particolare:

I = ∫_(0)^(1)(1+x^(α))/((1-e^(-x))^(α)(x^3+1))dx

è un integrale improprio di seconda specie mentre

J = ∫_(1)^(+∞)(1+x^(α))/((1-e^(-x))^(α)(x^3+1))dx

è un integrale improprio di prima specie.

Nota quindi che abbiamo espresso l'integrale come somma di due integrali impropri, uno di prima e uno di seconda specie.

Se I e J convergono allora convergerà anche l'integrale di partenza. Questa semplice affermazione nasconde la chiave per risolvere l'esercizio.

Studiamo la convergenza dell'integrale I al variare del parametro α mediante il criterio del confronto asintotico per gli integrali di seconda specie determinando una stima asintotica per l'integranda quando x → 0 (essendo 0 un punto problematico)

Per x → 0 sussistono le seguenti stime asintotiche:

• (1-e^(-x))^(α) ~ _(x → 0)x^(α)

Essa deriva dal limite notevole della funzione esponenziale

lim_(f(x) → 0)(e^(f(x))-1)/(f(x)) = 1

• 1+x^3 ~ _(x → 0)1

Questa è tranquilla giacché 1+x^3 → 1 quando x → 0.

La stima asintotica più delicata da trovare è quella associata al numeratore ossia 1+x^(α) perché dipende da come varia α.

Se α > 0 allora x^(α) → 0 quando x → 0, di conseguenza sussiste la stima asintotica

• 1+x^(α) ~ _(x → 0) 1

Se α = 0 allora x^(α) = 1 (essendo una potenza elevata a zero) di conseguenza

• 1+x^(α) = 2 (nota l'uguaglianza)

Se α < 0 allora x^(α) → +∞ quando x → 0 e dunque:

1+x^(alpa) ~ _(x → 0)x^(α)

Ora mettiamo assieme le informazioni e scriviamo la stima asintotica per l'integranda valida nell'intorno di 0 e al variare del parametro α:

(1+x^(α))/((1-e^(-x))^(α)(1+x^3)) ~ _(x → 0)(1)/(x^(α)) se α > 0 ; 2 se α = 0 ; (x^(α))/(x^(α)) = 1 se α < 0

Osserviamo che se α > 0 il carattere dell'integrale I coincide con

∫_(0)^(1)(1)/(x^(α))dx

che è un integrale improprio notevole di seconda specie e che converge se e solo se α < 1 conseguentemente se 0 < α < 1 allora I converge.

Se α = 0 allora I ha lo stesso carattere dell'integrale

∫_(0)^(1)2dx

per il quale è facile osservarne la convergenza.

Se α < 0 allora I ha lo stesso carattere dell'integrale

∫_(0)^(1)dx

che è un integrale immediato (e banalmente convergente).

In definitiva possiamo asserire che l'integrale

I = ∫_(0)^(1)(1+x^(α))/((1-e^(-x))^(α)(x^3+1))dx

converge se e solo se α < 1.

Occupiamoci ora del carattere dell'integrale J utilizzando il criterio del confronto asintotico per gli integrali impropri di prima specie.

Quando x → +∞ sussistono le seguenti stime asintotiche:

(1-e^(-x))^(α) ~ _(x → +∞)1

perché quando x → +∞ la base 1-e^(-x) → 1.

Per il termine 1+x^3 sussiste invece la seguente stima:

1+x^3 ~ _(x → +∞)x^3

perché x^3 → +∞ e la costante additiva 1 può essere trascurata.

Ancora una volta è il numeratore a darci maggiori problemi perché la sua stima dipende dal valore che assume α, in particolare:

- se α > 0 allora x^(α) → +∞ e di conseguenza

1+x^(α) ~ _(x → +∞)x^(α)

- se α = 0 allora x^(α) = 1 e dunque

1+x^(α) = 2

- se α < 0 allora x^(α) → 0 e di conseguenza

1+x^(α) → 1 per x → +∞


In definitiva, per l'integranda soddisfa la seguente equivalenza asintotica per x → +∞:

f(x) ~ _(x → +∞)(x^(α))/(x^(3)) se α > 0 ; (2)/(x^(3)) se α = 0 ; (1)/(x^(3)) se α < 0

Mediante queste stime asintotiche possiamo analizzare il comportamento dell'integrale J, in particolare:

- se α > 0 J ha lo stesso comportamento dell'integrale

∫_(1)^(+∞)(x^α)/(x^(3))dx =

che grazie alle proprietà delle potenze si scrive come

= ∫_(1)^(+∞)(1)/(x^(3-α))dx

Quello ottenuto è un integrale improprio notevole di prima specie che converge se e solo se 3-α > 1 ossia se α < 2;

- se α = 0 allora l'integrale J ha lo stesso carattere dell'integrale

∫_(1)^(+∞)(2)/(x^3)dx

che è convergente giacché riconducibile ad un integrale improprio notevole di prima specie con esponente maggiore di 1;

- se α < 0 allora J si comporta come

∫_(1)^(+∞)(1)/(x^(3))dx

che è un integrale improprio di prima specie notevole convergente.

Possiamo asserire che J converge se e solo se α < 2.

Ok, è giunto il momento di tirare le somme. L'integrale di partenza converge nel momento in cui i due integrali I e J convergono contemporaneamente ossia quando α < 1. Finito.
Ringraziano: Omega, CarFaby
  • Pagina:
  • 1
Os