Ci troviamo di fronte ad un
integrale improprio di prima specie, come suggerito dagli stessi estremi di integrazione.
Di norma per studiare la convergenza degli integrali impropri si può procedere con una serie di considerazioni di natura qualitativa sull'integranda, e successivamente applicare uno dei
criteri di convergenza per integrali impropri di prima specie.
Qui però abbiamo un'integranda piuttosto semplice, e soprattutto che ammette una primitiva esprimibile in termini di funzioni elementari. In parole povere possiamo calcolare esplicitamente l'integrale, dunque conviene procedere in questo modo.
Riscriviamo l'integrale in accordo con la definizione di integrale improprio di prima specie
Abbiamo il prodotto tra un termine lineare ed un'esponenziale: la strada più ragionevole prevede di procedere con l'
integrazione per parti.
Come derivata consideriamo

, una cui primitiva è

; così facendo il termine lineare si ridurrà ad una costante post derivazione nel successivo integrale
Calcoletti e valutazione agli estremi per il primo termine
Da cui (attenzione ai segni)
Ora, la costante additiva è ininfluente nei confronti degli infiniti coinvolti nella somma. Passiamo al limite equivalente
e ricaviamo facilmente che l'integrale diverge positivamente, perché ci siamo ridotti al prodotto tra due infiniti (
algebra degli infiniti e degli infinitesimi).