Un piccolo grande consiglio: Ingegneria e Matematica

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#91913
avt
ocellaris
Punto

Ciao a tutti, ho sempre frequentato il forum seppur in modo passivo, ma adesso avrei necessità di poter ottenere un piccolo consiglio da parte vostra, sperando qualcuno possa aiutarmi e possa soprattutto discutere con me del mio, sostanzialmente, sfogo...

Ho 19 anni, frequento il secondo anno di Ingegneria Industriale. Andando al sodo, più passa il tempo e più sono insoddisfatto del percorso che ho intrapreso.

Le mie paure dopo la scuola superiore erano incentrate sulla non-riuscita di uno studio quale ingegneria, in particolar modo la paura della matematica, in quanto fin da bambino mi sono sempre sentito un po' incapace con quest'arte, ricordo che da bambino, alle elementari, avevo grosse difficoltà e non capivo il perché non fossi capace di risolvere un semplice problema di geometria, ed inoltre fino all'ultimo giorno del mio percorso scolastico sono sempre stato scoraggiato da chiunque abbia incontrato nel mio percorso formativo.

Eppure sono sempre stato affascinato dalla matematica e ancora oggi sono convinto di ciò che la matematica possa nascondere di così bello ed unico nel suo genere!

Durante lo studio di analisi 1 ed algebra lineare nel corso di Ingegneria ho avuto parecchie difficoltà nonostante abbia superato gli esami, ma quel che realmente ho capito credo che sia l'1% di tutto ciò che ci hanno raccontato a lezione, poiché purtroppo sono una persona che caratterialmente cerca di andare in profondità nelle cose, mi faccio fin troppe domande e non mi accontento di qualsiasi cosa detta in modo superficiale, e purtroppo quel che prevede un corso di ingegneria e sostanzialmente questo da un punto di vista matematico, poiché si ha un approccio più pratico per la risoluzione effettivamente concreta dei problemi, mentre io credo di aver scoperto che ciò non fa per me, poiché in quest'anno universitario ho visto come per me, la matematica fosse più filosofia o "qualcosa" che possa far parte della mia vita in modo molto più profondo.

Ne sono affascinato credo che sia qualcosa di fantastico e non posso pentirmi della scelta di ingegneria, in quanto non ho mai potuto capire quanto la matematica possa esser affascinante per me, poiché io in primis mi sono sempre ritenuto inferiore ed incapace.

Le mie paure continuano ad esser tante, io sono convinto che volere è potere, ma non posso negare che non ho paura di studiare in modo più "universitario" matematica...

Quando ero a lezione, durante il corso di analisi 1, per esempio, notavo come avessi difficoltà nel comprendere le varie nozioni e notavo come i miei colleghi fossero così veloci nell'apprensione, eppure io credo che quel che loro chiamano analisi matematica, in un corso di ingegneria, sia solo l'0,1% di quel che è realmente l'analisi matematica ed inoltre il motivo per il quale ho avuto difficoltà nell'apprensione era dovuto al fatto che non mi accontentavo di una spiegazione superficiale dei vari argomenti, mentre i miei colleghi senza farsi troppe domande prendevano per buono ciò che gli si diceva, per non parlare del fatto che quasi tutto viene dato per scontato, e ancora oggi, sono sempre più convinto che qualcosa come la matematica dal mio punto di vista, e per la persona che sono debba esser "metabolizzata" giorno per giorno, affrontata gradualmente e non buttando qui e li nozioni matematiche di qualunque tipo.

Credo di essermi innamorato della matematica e proprio per questo motivo, per quanto possa sembrare una situazione kafkiana, temo di non potercela fare ma allo stesso tempo penso anche il contrario...

So che può sembrare tutto al quanto ridicolo, ma sarei davvero felicissimo se qualcuno potesse discutere con me, magari qualcuno che ha avuto una situazione simile alla mia, ed inoltre vi sono anche piccoli "problemi" legati a ciò che la società di oggi ritiene importanti, insomma, un medico, un avvocato, ma anche un ingegnere, sono figure che hanno ruoli ben precisi, chi invece pensa di voler fare altro viene sminuito, quante volte si sente dir "ma che fai in matematica, poi puoi soltanto insegnare", beh.. non che per me il giudizio altrui possa esser un problema, ma purtroppo nella vita, per quanto il mio unico obiettivo sia quella di imparare e conoscere, non si può far a meno di un lavoro, del cibo e di una casa, altrimenti anche dedicarsi alla conoscenza del mondo sarebbe impossibile.

Non fate di un me Leopardi, ahahah, poiché non è quel che sono, solo che per me non è importante far quello che nel mondo in cui viviamo oggi viene ritenuto importante, io sono estremamente curioso e imparare e conoscere, mi rende felice!

Spero che qualcuno possa consigliarmi cosa sia meglio per me!

Un saluto, spero di non avervi annoiato.

#91928
avt
Amministratore

Ciao Ocellaris emt

Parto dalla conclusione e, personalmente, ti garantisco che non mi hai annoiato.

Spero che la mia risposta non precluda le risposte di chi ti leggerà ed ha vissuto una situazione simile alla tua.

Intervengo per sottolineare alcuni aspetti che hai toccato nel tuo post e che mi stanno particolarmente a cuore.

purtroppo sono una persona che caratterialmente cerca di andare in profondità nelle cose, mi faccio fin troppe domande e non mi accontento di qualsiasi cosa detta in modo superficiale

Io eliminerei il purtroppo. È vero che la sensibilità e la propensione al pensiero critico possono trasformarsi nell'anticamera per l'infelicità, ma non lo diventano per chi impara a gestirle.

Sei molto giovane (sono giovane io che ho 30 anni, figuriamoci tu che ne hai 11 meno di me!) e hai un'infinità di scelte davanti a te. Anche io alla tua età ero già molto riflessivo, e lo sono tutt'ora, poi maturando ho capito che ogni cosa ha il suo momento e che:

- essere in grado di fare una cosa non implica doverla fare;

- rendersi conto del proprio carattere riflessivo è il primo passo per imparare a dominarlo a proprio vantaggio;

- ogni cosa ha il suo momento e a riflettere troppo si rischia di diventare uno specchio. emt

Il pensiero critico è la più grande benedizione del genere umano. Non viverlo come uno svantaggio: siamo nati per farci domande. Quello che tu vivi come un handicap rispetto ai tuoi colleghi in futuro potrebbe permetterti di fare grandi cose. emt

Passando dal piano filosofico ad un piano ben più pratico, quello che descrivi (farsi continue domande, interrogarsi, andare a fondo) è proprio il modus operandi del matematico. Un matematico non può dare nulla per scontato.

eppure io credo che quel che loro chiamano analisi matematica, in un corso di ingegneria, sia solo l'0,1% di quel che è realmente l'analisi matematica

No, dai. Diciamo il 20%. emt

Credo di essermi innamorato della matematica e proprio per questo motivo, per quanto possa sembrare una situazione kafkiana, temo di non potercela fare ma allo stesso tempo penso anche il contrario

Come hai già parzialmente intuito, magari non sei adatto per quel tipo di matematica la quale, per quanto importante ed utile, non coincide con la Matematica.

anche piccoli "problemi" legati a ciò che la società di oggi ritiene importanti, insomma, un medico, un avvocato, ma anche un ingegnere, sono figure che hanno ruoli ben precisi, chi invece pensa di voler fare altro viene sminuito, quante volte si sente dir "ma che fai in matematica, poi puoi soltanto insegnare"

Solo due cose:

- come principio cardine ti consiglio di parlare delle cose giuste con le persone giuste, e di dare il giusto peso a ciò che ti viene detto a seconda delle competenze che ha la persona con cui parli;

- un matematico può specializzarsi in ogni campo, perché non diventa un cumulo di competenze tecniche specifiche; passa piuttosto il tempo a sviluppare una forma mentis compatibile con qualsiasi attività che si basi su un sistema logico di regole.

Riguardo all'insegnamento ci sono due tipi di laureati in Matematica: da un lato, quello che ha studiato Matematica per arrivare a insegnare; dall'altro, quello che è finito a insegnare perché non aveva particolari interessi o passioni professionali (e insegnare con una laurea in Matematica in tasca non è poi così difficile).

La conclusione secondo cui "se fai Matematica puoi solo insegnare" ha due genitori ben precisi. La mamma è la superficialità condita da ignoranza, il padre è la fallacia logica post hoc ergo propter hoc (a seguito di ciò e dunque a causa di ciò).

non che per me il giudizio altrui possa esser un problema, ma purtroppo nella vita, per quanto il mio unico obiettivo sia quella di imparare e conoscere, non si può far a meno di un lavoro, del cibo e di una casa, altrimenti anche dedicarsi alla conoscenza del mondo sarebbe impossibile

Un lavoro, o semplicemente una passione cui ci si dedica professionalmente, è una grande forma di conoscenza che comunque non esclude di costruire strade verso altri orizzonti. emt

Chiudo ribadendo che sei molto giovane, non commettere l'errore di pensare che esistano strade che ti sono precluse a priori.

Ringraziano: Galois, ocellaris
#91934
avt
ocellaris
Punto

Ti ringrazio per avermi risposto, mi fa molto piacere esser stato letto...

Ho riletto più volte su quel che hai scritto, e mi sono soffermato su

Un lavoro, o semplicemente una passione cui ci si dedica professionalmente, è una grande forma di conoscenza che comunque non esclude di costruire strade verso altri orizzonti

Ma purtroppo temo di non aver chiaro ciò che hai voluto dirmi.

Inoltre alla fine di tutto ciò, mi lasci perplesso su cosa esattamente mi consigli di fare e su quale percorso vorresti indirizzarmi... Essendo molto riflessivo (bellissima la parola "riflessione" con correlazione ad uno specchio) valuterò molto bene qualunque sia la risposta che tu, o chiunque, possa darmi!

Ma ascoltare qualsiasi cosa mi si dica, in primis, è assolutamente importante per me!

Ho anche pensato che forse dovrei semplicemente saltare e cercare di pensare meno quel che dopo sarà, d'altronde qualsiasi scelta sarà priva di una totale certezza.

#91935
avt
Omega
Amministratore
Un lavoro, o semplicemente una passione cui ci si dedica professionalmente, è una grande forma di conoscenza che comunque non esclude di costruire strade verso altri orizzonti.

In riferimento a

non che per me il giudizio altrui possa esser un problema, ma purtroppo nella vita, per quanto il mio unico obiettivo sia quella di imparare e conoscere, non si può far a meno di un lavoro, del cibo e di una casa, altrimenti anche dedicarsi alla conoscenza del mondo sarebbe impossibile

Intendevo che mi sembra che tu reputi la vita professionale come un divertissement (in termini filosofico) nei confronti della ricerca della conoscenza (ma potrei aver frainteso). In questo senso intendevo dire che la vita professionale è anche un ampliamento del proprio bagaglio culturale e cognitivo e non è solamente un mezzo per procacciarsi cibo e dimora. emt

D'altra parte la vita professionale non esaurisce la vita vera e propria e di tempo per dedicarsi ad altri studi se ne può trovare, a patto di essere sufficientemente determinati.

Inoltre alla fine di tutto ciò, mi lasci perplesso su cosa esattamente mi consigli di fare e su quale percorso vorresti indirizzarmi

In effetti sono stato molto criptico ed altrettanto democristiano. emt

Non mi sono sbilanciato più di tanto, ma posso sintetizzare il mio messaggio in due punti:

- se la Matematica che studi ad Ingegneria non ti piace e non ti ci trovi, ciò non preclude che tu possa essere predisposto o in grado di affrontare la Matematica pura. Dunque non escludere a priori la possibilità di dedicarti ad essa.

- Non escludere a priori niente. Hai davanti a te un cammino in cui può succedere tutto ed il contrario di tutto; io ad esempio ho sempre saputo che avrei studiato Matematica e ho passato un'intero corso di laurea a pensare che sarei diventato un quantitativo nel campo della finanza. Poi, a 6 mesi dalla conclusione, ho pensato di fare YM...

Ecco, magari se sei in pari con gli esami valuta l'idea di finire la triennale di Ingegneria. Poi puoi passare ad una magistrale diversa o, perché no, iniziare una nuova triennale. emt

Ringraziano: ocellaris
#91940
avt
ocellaris
Punto

Ti ringrazio ancora per aver dedicato altro del tuo tempo per le mie domande, te ne pongo un'altra, poco più pragmatica e meno filosofica, spero tanto tu possa ancora rispondermi poiché qualsiasi parere altrui può sicuramente aiutarmi!

Ho riflettuto sul fatto che essendo al secondo anno e addirittura un anno avanti, burocraticamente (per quanto possa contare perché ho fatto la primina..), lasciare adesso questo corso potrebbe esser un grosso errore, poiché non posso negare di non apprezzare ingegneria, anzi, sostanzialmente è quel che ho sempre detto di voler fare fin da bambino, ma chiaramente non potevo conoscere la bellezza della matematica, non che ora la conosca del tutto, ma una piccola idea la ho.

Adesso, andando al sodo e cercando di passare alla fase attiva post riflessiva, c'è qualcosa che ancora mi turba. Ciò che mi turba è il fatto che comunque un corso di ingegneria è pur sempre basato sulla matematica, che poi sia un'applicazione più pratica, ma comunque in fisica 1,2, teoria dei segnali etc etc, la matematica è praticamente fondamentale.

Essendo, come ho già detto, una persona che non si accontenta di una spiegazione superficiale, ho pensato di dedicare quest'anno, parallelamente al mio attuale e ordinario corso di Ingegneria, ad uno studio più approfondito della matematica però propedeutica al fine ingegneristico, poiché non voglio sentirmi dire dal docente "purtroppo non posso darvi una spiegazione a 360°" perché non abbiamo conoscenze più profonde della matematica (sempre nei limiti del possibile).

Per tanto, mi chiedevo se secondo te ciò possa esser fattibile e se soprattutto possa davvero aiutarmi a comprendere quel che leggo in un libro di fisica II, non pretendo chissà che, ma almeno vorrei capirne molto di più di quanto adesso ci consentano, anche perché credo che lo studio sia qualcosa di molto soggettivo e autonomamente gestibile...

Credi che quindi, in quanto tu sei un matematico, che poter studiare in modo più approfondito matematica anche autonomamente possa permettermi di essere comunque un ingegnere che quando parla di un segnale sa realmente quel che dice?

Chiaramente bisogna interpretare questo discorso in modo molto ma molto meno filosofico, come ho detto all'inizio, vorrei cominciare con i fatti..

Potrei quindi studiare algebra in modo autonomo?

Perché ho più volte riflettuto su ciò che mi hai detto e sul fatto che effettivamente sia ancora giovane da poter prendere anche più lauree in questi anni, ma intanto sarebbe un peccato lasciare questo corso quando sono praticamente... a metà!

Ancora grazie per la tua disponibilità e gentilezza, lo apprezzo molto, sono convinto che il mondo sarebbe migliore se tutti fossimo solo un po' più gentili. emt

Ringraziano: Omega
#91958
avt
Omega
Amministratore
lasciare adesso questo corso potrebbe esser un grosso errore

Concordo. A questo punto vale la pena di finire quantomeno il corso triennale e completare il quadro accademico, in cui ti sei ben inoltrato.

Credi che quindi, in quanto tu sei un matematico, che poter studiare in modo più approfondito matematica anche autonomamente possa permettermi di essere comunque un ingegnere che quando parla di un segnale sa realmente quel che dice?

In linea teorica, sì.

In linea pratica è molto difficile dedicarsi ad una cosa e all'altra contemporaneamente. Matematica è un full time job e suppongo che lo sia anche Ingegneria, senza contare che studiare Matematica in completa autonomia non è fattibile: servono professori e un ambiente che stimoli il confronto, in altri termini seguire i relativi corsi universitari.

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