Soluzioni
  • Il teorema di Cayley-Hamilton, o teorema di Hamilton-Cayley, afferma che ogni matrice quadrata è radice del suo polinomio caratteristico.

    In termini rigorosi, se A è una matrice quadrata di ordine n e

    p_A(λ): = det(A-λ Id_n) = (-1)^n λ^n+(-1)^(n-1)a_(n-1)λ^(n-1)+...+(-1)a_1λ+a_0

    è il suo polinomio caratteristico, allora p_A(A) = O_n, ossia

    (-1)^n A^n+(-1)^(n-1)a_(n-1)A^(n-1)+...+(-1)a_1A+a_0Id_n = O_n

    dove O_n indica la matrice quadrata nulla di ordine n e Id_n è la matrice identità di ordine n.

    ***

    Vi sono molte dimostrazioni di questo teorema e ognuna di esse si basa su diverse considerazioni e proprietà. Quella che abbiamo deciso di proporre si basa sulle proprietà del determinante e sulla regola di Laplace. Prima di riportarla è bene richiamare qualche concetto che tornerà utile nel corso nella dimostrazione.

    Sia A è una matrice quadrata di ordine n

    A = [a_(11) a_(12) ··· a_(1n) ; a_(21) a_(22) ··· a_(2n) ; ⋮ ⋮ ⋱ ⋮ ; a_(n1) a_(n2) ··· a_(nn)]

    Diciamo complemento algebrico o cofattore dell'elemento a_(ij) ∈ A e lo indichiamo con Cof(a_(ij)) il minore complementare a esso relativo a cui anteponiamo il segno + se i+j è pari e il segno - se i+j è dispari. In simboli

    Cof(a_(ij)) = (-1)^(i+j)·det(A_(ij))

    dove A_(ij) è la sottomatrice che si estrae da A eliminando la i-esima riga e la j-esima colonna.

    Indichiamo poi con adj(A) la trasposta della matrice dei cofattori associata ad A, ossia

    adj(A) = [Cof(a_(11)) Cof(a_(12)) ··· Cof(a_(1n)) ; Cof(a_(21)) Cof(a_(22)) ··· Cof(a_(2n)) ; ⋮ ⋮ ⋱ ⋮ ; Cof(a_(n1)) Cof(a_(n2)) ··· Cof(a_(nn))]^T = [Cof(a_(11)) Cof(a_(21)) ··· Cof(a_(n1)) ; Cof(a_(12)) Cof(a_(22)) ··· Cof(a_(n2)) ; ⋮ ⋮ ⋱ ⋮ ; Cof(a_(1n)) Cof(a_(2n)) ··· Cof(a_(nn))]

    Infine, dallo sviluppo di Laplace per righe sappiamo che

    det(A) = Σ_(j = 1)^n [a_(ij)·Cof(a_(ij))]

    dunque, vale l'uguaglianza

    A adj(A) = det(A) Id_n

    ***

    Chiarito ciò possiamo procedere alla dimostrazione del teorema di Cayley-Hamilton. A una prima lettura potrebbe sembrare difficile e impossibile da ricordare, ma vi assicuriamo che in fin dei conti si tratta di svolgere dei puri e semplici calcoli algebrici.

    Sia A una matrice quadrata di ordine n e sia

    p_A(λ): = det(A-λ Id_n) = (-1)^n λ^n+(-1)^(n-1)a_(n-1)λ^(n-1)+...+(-1)a_1λ+a_0

    il polinomio caratteristico a essa associato. Dobbiamo dimostrare che

    p_A(A) = O_n

    ossia che

    (-1)^n A^n+(-1)^(n-1)a_(n-1)A^(n-1)+...+(-1)a_1A+a_0Id_n = O_n

    Consideriamo la matrice

    adj(A-λ Id_n)

    Per quanto osservato poc'anzi

     (A-λ Id_n)[adj(A-λ Id_n)] = det(A-λ Id_n) Id_n = p_A(λ) Id_n = (-1)^n Id_n λ^n+(-1)^(n-1)a_(n-1) Id_n λ^(n-1)+...+(-1)a_1 Id_n λ+a_0 Id_n

    Dunque vale la relazione

     (A-λ Id_n)[adj(A-λ Id_n)] = (-1)^n Id_n λ^n+(-1)^(n-1)a_(n-1) Id_n λ^(n-1)+...+(-1)a_1 Id_n λ+a_0 Id_n

    Gli elementi di adj(A-λ Id_n) sono i complementi algebrici della matrice A-λ Id_n, ossia sono polinomi nella variabile λ di grado al più n-1.

    In altri termini esistono n matrici quadrate B_(n-1), B_(n-2), ..., B_1, B_0 tali che

    adj(A-λ Id_n) = (-1)^(n-1) B_(n-1) λ^(n-1)+(-1)^(n-2)B_(n-2)λ^(n-2)+...+(-1)B_1λ+B_0

    Di conseguenza

     (A-λ Id_n)[adj(A-λ Id_n)] = (A-λ Id_n)[(-1)^(n-1) B_(n-1) λ^(n-1)+(-1)^(n-2)B_(n-2)λ^(n-2)+...+(-1)B_1λ+B_0] = (-1)^(n-1)AB_(n-1)λ^(n-1)+(-1)^(n-2)AB_(n-2)λ^(n-2)+...+(-1)AB_(1)λ+AB_(0)+;-(-1)^(n-1)B_(n-1)λ^n-(-1)^(n-2)B_(n-2)λ^(n-1)-...-(-1)B_1λ^2-B_0λ

    Sommando i termini simili si ottiene

     (A-λ Id_n)[adj(A-λ Id_n)] = -(-1)^(n-1)B_(n-1)λ^n+[(-1)^(n-1)AB_(n-1)-(-1)^(n-2)B_(n-2)]λ^(n-1)+;+[(-1)^(n-2)AB_(n-2)-(-1)^(n-3)B_(n-3)]λ^(n-2)+...+[(-1)AB_(1)λ-B_(0)]λ+AB_0

    In precedenza abbiamo dimostrato che

     (A-λ Id_n)[adj(A-λ Id_n)] = (-1)^n Id_n λ^n+(-1)^(n-1)a_(n-1) Id_n λ^(n-1)+...+(-1)a_1 Id_n λ+a_0 Id_n

    Uguagliando i coefficienti delle varie potenze di λ si ricade nelle seguenti uguaglianze

     B_(n-1) = Id_n ; AB_(n-1)+B_(n-2) = a_(n-1) Id_n ; AB_(n-2)+B_(n-3) = a_(n-2) Id_n ; ⋮ ; AB_1+B_0 = a_1 Id_n ; AB_0 = a_0 Id_n

    Moltiplichiamo la prima relazione per (-1)^nA^n, la seconda per (-1)^(n-1)A^(n-1), ..., la penultima per (-1)A e l'ultima per Id_n

     (-1)^nA^nB_(n-1) = (-1)^nA^n ; (-1)^(n-1)A^nB_(n-1)+(-1)^(n-1)A^(n-1)B_(n-2) = (-1)^(n-1)a_(n-1)A^(n-1) ; (-1)^(n-2)A^(n-1)B_(n-2)+(-1)^(n-2)A^(n-2)B_(n-3) = (-1)^(n-2)a_(n-2)A^(n-2) ; ⋮ ; (-1)A^2B_1+(-1)AB_0 = (-1)a_1A ; AB_0 = a_0 Id_n

    Sommando membro a membro si ottiene

    O_n = (-1)^n A^n+(-1)^(n-1)a_(n-1)A^(n-1)+...+(-1)a_1A+a_0Id_n

    e la dimostrazione può dirsi conclusa.

    ***

    È tutto! Una delle conseguenze del teorema di Cayley-Hamilton è che il polinomio minimo di una matrice divide il relativo polinomio caratteristico, proprietà utile a determinare la forma canonica di Jordan di una matrice.

    Risposta di Galois
 
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