Il nostro compito consiste nel risolvere l'equazione differenziale
dobbiamo cioè ricavare la famiglia di funzioni
che realizzano l'uguaglianza. Proprio perché l'equazione è lineare, del secondo ordine e a coefficienti costanti, possiamo avvalerci della strategia risolutiva standard.
Essa prevede di:
- determinare la famiglia delle soluzioni
dell'equazione differenziale omogenea del secondo ordine
- determinare una soluzione particolare
associata all'equazione data.
La famiglia di soluzioni, o integrale dell'equazione differenziale, si ricava sommando la soluzione particolare alla famiglia delle soluzioni dell'omogenea, vale a dire:
Dedichiamoci all'equazione omogenea
cui associamo l'equazione caratteristica
Essa è un'equazione di secondo grado che ammette due soluzioni complesse e coniugate
dove
è l'unità immaginaria.
In accordo con la teoria delle equazioni differenziali del secondo ordine omogenee, possiamo affermare che la famiglia delle soluzioni associata all'equazione omogenea è
(è una combinazione lineare di seni e coseni).
Dedichiamoci al calcolo della soluzione particolare: grazie alle proprietà di cui godono le equazioni differenziali lineari possiamo pensare di spezzare l'equazione differenziale
nelle seguenti
Procedendo in questo modo, infatti, possiamo avvalerci del metodo di somiglianza, applicabile nel momento in cui il termine noto dell'equazione differenziale si presenta in una forma ben precisa.
Nel caso in esame il termine noto dell'equazione di partenza
non ha la forma richiesta dal metodo di somiglianza, mentre i termini noti delle equazioni differenziali
sì. Il nostro obiettivo diventa quindi quello di ricavare le soluzioni particolari di
e di sommarle tra loro: le proprietà di linearità garantiscono che tale somma sarà la soluzione particolare dell'equazione in esame.
Cominciamo con l'equazione
In tal caso, il metodo di somiglianza suggerisce di ricercare la soluzione particolare nella forma
dove
sono costanti reali. Per ricavare tali costanti, calcoliamo la derivata prima e la derivata seconda
dopodiché rimpiazziamo nell'equazione differenziale
da cui
Interviene il cosiddetto principio di identità dei polinomi che consente di impostare il sistema lineare
soddisfatto dalla coppia di valori
Di conseguenza la (o meglio una) soluzione particolare associata è
Occupiamoci dell'equazione
In tal caso il termine noto è del tipo
dove
è la funzione polinomiale costante di grado 0, mentre il coefficiente di
nell'argomento del coseno è
.
Osserviamo che
è soluzione dell'equazione caratteristica e, in virtù del metodo di somiglianza, la soluzione particolare dell'equazione differenziale
è del tipo
dove
sono polinomi che hanno il medesimo grado di
, ciò vuol dire che sono entrambi costanti che indichiamo con
Per ricavare i valori da attribuire alle costanti reali, calcoliamo la derivata prima di
e la derivata seconda
dopodiché sostituiamo le espressioni ottenute nell'equazione differenziale
che diventa
Sommando i termini simili al primo membro ricaviamo la relazione
vera nel momento in cui il coefficiente di
al primo membro coincide con quello di
del secondo, così come il coefficiente di
deve coincidere con 0 perché al secondo membro non appare alcun seno - o meglio il coefficiente di
al secondo membro è nullo. Costruiamo quindi il sistema lineare
da cui
pertanto la soluzione particolare associata all'equazione
è
Note le soluzioni particolari delle equazioni differenziali
, quella associata all'equazione di partenza è
pertanto l'integrale generale associato all'equazione differenziale
è
dove
variano nell'insieme dei numeri reali.
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