• Il coefficiente di attrito è una costante che permette di calcolare la forza di attrito tra due corpi, secondo la formula FA=μF. Tale costante dipende dai materiali dei corpi tra cui si esercita la forza e può essere di tipo statico o dinamico.

    Formule del coefficiente di attrito statico e dinamico

    Quando un corpo è posto a contatto con un altro, tra di essi viene esercitata una forza. Questa prende il nome di forza di attrito e si manifesta sia se i due corpi sono fermi, sia se l'uno si muove strisciando sulla superficie dell'altro.

    Nel primo caso si parla di attrito statico, nel secondo di attrito dinamico. Il calcolo della forza d'attrito statico o dinamico prevede di usare in entrambi i casi un coefficiente, che viene detto coefficiente di attrito.

    Consideriamo allora due corpi a contatto. La formula generale per il modulo della forza d'attrito è data da

    F_A = μ F_(perp)

    e stabilisce che l'attrito F_A esercitato da un corpo sull'altro, diciamo dal secondo sul primo, è uguale al prodotto tra:

    - un generico coefficiente μ, e

    - il modulo F_(perp) della componente perpendicolare della forza esercitata dal primo corpo sul secondo.

    Ad esempio F_(perp) può essere la forza peso, o più in generale la componente della forza risultante esercitata dal primo corpo sul secondo e perpendicolare alla sua superficie.

    Se i due corpi a contatto sono fermi il coefficiente μ prende il nome di coefficiente d'attrito statico, e si denota con μ_s

    F_A = μ_s F_(perp)

    Se vi è strisciamento tra i due corpi il coefficiente μ prende il nome di coefficiente d'attrito dinamico, e si indica con μ_d

    F_A = μ_d F_(perp)

    Proprietà del coefficiente di attrito

    In entrambi i casi, sia che ci si riferisca al coefficiente d'attrito statico o dinamico, possiamo riassumere tre principali caratteristiche.

    1) Il coefficiente di attrito dipende dai materiali che costituiscono i corpi a contatto.

    2) Dall'analisi dimensionale delle formule abbiamo una forza uguagliata a un'altra forza, moltiplicata per un coefficiente. Di conseguenza il coefficiente d'attrito (statico o dinamico) non ha unità di misura ed è quindi un numero puro.

    3) A parità di materiali coinvolti il coefficiente d'attrito statico è sempre maggiore (o al più uguale) del coefficiente d'attrito dinamico. Questo fatto è coerente con l'esperienza comune, infatti sappiamo che è richiesta una forza maggiore per far muovere un corpo fermo su una superficie rispetto a quella richiesta per spingerlo mentre è in movimento.

     

    Coefficiente attrito

     

    Tabella dei coefficienti di attrito

    Nella seguente tabella elenchiamo i valori del coefficiente d'attrito statico μ_s e del coefficiente di attrito dinamico μ_d dei principali materiali che ricorrono negli esercizi.

    Si tenga presente che, di norma, è la traccia dell'esercizio a fornire il valore del coefficiente d'attrito da utilizzare nei calcoli, a meno che possa essere calcolato direttamente con gli altri dati.

     

    Materiale delle superfici a contatto

    Coefficiente di attrito statico

    Coefficiente di attrito dinamico

    Acciaio - Acciaio

    0,78

    0,42

    Acciaio - Acciaio lubrificato

    0,11

    0,05

    Acciaio - Alluminio

    0,61

    0,47

    Acciaio - Ghiaccio

    0,027

    0,014

    Acciaio - Ottone

    0,51

    0,44

    Acciaio - Teflon

    0,04

    0,04

    Acciaio - Aria

    0,001

    0,001

    Legno - Cartone

    0,32

    0,23

    Legno - Legno

    0,50

    0,30

    Gomma - Asfalto asciutto

    1,0

    0,8

    Gomma - Asfalto bagnato

    0,7

    0,6

    Rame - Acciaio

    0,53

    0,36

    Rame - Vetro

    0,68

    0,53

    Vetro - Vetro

    0,9 - 1,0

    0,4

     

    Altri tipi di attrito

    Le precedenti considerazioni si riferiscono al caso di corpi fermi o che strisciano l'uno contro l'altro, in cui l'attrito che si genera viene detto radente.

    Per completezza, nel caso di due corpi che rotolano l'uno sull'altro si viene a generare un diverso tipo di attrito, detto volvente, di cui non ci occupiamo qui.

    Per tutti gli approfondimenti del caso e per gli esempi numerici puoi leggere la lezione sull'attrito.

    Autore: Fulvio Sbranchella (Omega)
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